Fa caldo. Ore di studio trascorse. Genitori russanti. Gelato sullo stomaco misto a sfide ai video games.
No, non riesco a dormire mentre penso al tuo sorriso di stelle e alle perle nere di notte dei tuoi occhi. Sei bella, troppo bella.
Galleggia nel fiume dei ricordi il nostro primo incontro: un legamento crociato fresco d’intervento, un compleanno. Strano binomio.
Vestita di notte e di freddo fumavi in terrazzo. In ritardo, come al solito, ti ho visto, mentre falchi più esperti già volavano intorno.
Tu eri troppo bella, troppo misteriosa, troppo qualsiasi cosa per accorgerti di me.
Quella notte ti ho sognata.
Armato di battute stupide e sorrisi a nascondere la mia timidezza, lentamente ho iniziato a conoscerti e a nascondere me stesso e quello che provavo in mille ruoli di buffone sempre diversi.
Il fuoco saliva alto quella notte ad abbracciare la musica e a cancellare il freddo. Il profumo delle castagne nell’aria si mescolava a progetti di viaggi.
Cerchio di sguardi intorno al fuoco che non c’era a casa di Mario quella sera. Allegria tanta ma timidezza di più. Travestito da giullare mi sono inventato balli e giochi per fuggire all’imbarazzo di averti vicino e di non sapere cosa dire.
In una foto balliamo abbracciati e io torno per un momento bambino. Emozionato alle prime feste delle medie e ai primi balli, quando la più carina ballava finalmente anche con me e i due minuti della canzone mi sembravano un eternità.
Le invasioni invadevano la città e noi invadevamo loro, mentre la musica era lontana e vicina al tempo stesso. E io avevo fatto tardi come al solito e tu eri carina e semplice nei tuoi jeans.
Come caprette ci siamo arrampicati lungo un sentiero molto piccolo evitando un serpente di folla e siamo arrivati a una cascata…
…senza acqua tra rocce gradini e la prima lucciola che ho visto in vita mia.
Poi il gruppo si è riallargato e io sono ridiventato timido clown.
Il sole sorgeva caldo sul campo di battaglia del mio cuore tra il desiderio di vederti e la paura di non essere alla tua altezza. E io stranamente…
…ero in ritardo perché avevo lucidato la mia armatura di principe azzurro con le ruote. E tu eri bella in infradito, pinocchietto nero e occhiali da sole a nascondere una notte in discoteca.
E tutto andava bene finchè i miei hanno affrontato uno degli argomenti che mi imbarazza di meno: “Perché i giovani non si fidanzano” e per fuggire da questo discorso tabù mi sono avventurato in un autogol ancora più grande, raccontare di quanto mia madre sia presente con le sue telefonate, ma in fondo ( neanche tanto ) io sono fatto così.
Non riuscivo a dormire così te l’ho raccontato.
Buona notte.
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